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Le 101 ragioni per cui vado in bicicletta Formato Kindle
«Una dichiarazione d'amore eterno per le due ruote.» - Letizia Rittatore, Liberi tutti - Corriere della Sera
- LinguaItaliano
- EditoreUTET
- Data di pubblicazione25 settembre 2018
- Dimensioni file1134 KB
Dettagli prodotto
- ASIN : B07GR25J5D
- Editore : UTET (25 settembre 2018)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1134 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 305 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 181,871 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
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L’incontro con il libro appena uscito di Martin Angioni è alquanto sorprendente.
Proprio così, anche se il tema del libro non è certamente una novità, poiché non solo ognuno di noi ha avuto l’occasione di fare la conoscenza fin alla più tenera età dello strumento che per primo gli ha consentito di aumentare la velocità di esplorazione del piccolo dominio del territorio che poteva raggiungere, ma ormai tanti si sono prodigati ad esplorarne le infinite potenzialità in numerosi saggi di carattere tecnico, oppure sportivo.
Questo nuovo libro ha invece alcune significative particolarità: non è una relazione tecnica, non è un saggio a sfondo ecologista, non è un’autobiografia, non è nemmeno un romanzo del quale siamo ansiosi di conoscere la conclusione, eppure può appassionare come l’opera di un maestro del “thriller” come Agatha Christie o come la lettura di un saggio scientifico di attualità come quelli di Richard Feynman.
Vorrei tentare di giustificare questo giudizio con le tre diverse argomentazioni che seguono e che mi permetto ormai di formulare, anche se sono giunto soltanto alla lettura di circa due terzi del libro in questione (il che rende la cosa ancor più sorprendente!)
La prima argomentazione ha per oggetto proprio lo strumento preso in osservazione: intanto l’autore ha saputo resistere alla tentazione di offrire una descrizione tecnicamente accurata e dettagliata dell’oggetto della sua passione - cosa che gli poteva riuscire benissimo, come lo dimostrano le innumerevoli citazione di tanti componenti dello straordinario strumento in causa - ma questo poteva renderlo simile agli impossibili libretti di istruzione che accompagnano ogni apparecchiatura di uso comune offerta dalla moderna tecnologia. Nella lettura delle “101 ragioni per cui vado in bicicletta” si impara invece a conoscere tale strumento non grazie alla sua descrizione, ma grazie alla serie straordinariamente ricca delle sensazioni che sa suscitare in coloro che ne fanno uso, in mezzo alla quali ho ritrovato tutte quelle che io stesso avevo provato nella mia giovinezza - fino al momento in cui mi resi conto della incompatibilità della tecnica per un corretto uso della bicicletta con quella per il corretto sviluppo della tecnica che mi era necessaria per suonare uno strumento che mi appassionavo ancor più della bicicletta, il mio pianoforte…
Trovo sensazionale la capacità di ottenere una descrizione così accurata di uno strumento di carattere meccanico, prima attraverso le sensazioni che produce e poi osservando le mutazioni degli stati d’animo di coloro che ne fanno uso: l’oggetto non è importante di per sé, ma per tutto quanto l’esperienza ad esso collegata può offrire al suo fruitore!
Leggendo Martin Angioni non si impara “tutto sulla bicicletta” bensì “tutto quello che la bicicletta può insegnare” regalandoci una armoniosa visione del mondo intorno a noi.
Si potrebbero chiosare a lungo alcuni tra gli episodi più significativi che si incontrano nella lettura del libro, ma è tempo di introdurre la seconda argomentazione.
Anche questa è assai importante, poiché, leggendo le “101 ragioni” per cui vado in bicicletta” non si impara a conoscere soltanto l’oggetto meccanico attenzione dell’autore, ma bensì l’autore stesso, un personaggio che non può mancare di suscitare ammirazione, ma anche una profonda curiosità, suscitata dalla comprovata originalità di un’esperienza vastissima ed una reattività quasi unica agli stimoli raccolti nel corso della sua variegata storia.
Le citazioni dei luoghi in cui il nostro ha lavorato coprono praticamente tutte le città più vivaci ed importanti del nostro pianeta e coloro che ne conoscono qualcuna possono rivivere quasi il profumo che nasce dalle loro strade quando esso viene raccolto e selezionato attraverso le impressioni di colui che le ha attraversate per lunghi anni per andare alla propria sede di lavoro a cavallo della sua bicicletta: quale esperienza!
E, vicino a queste, il mondo intero ed una infinita curiosità per le sue fattezze, le sue immagini, i capolavori della Natura e quelli dovuti all’opera dell’uomo, dovunque essi si trovino.
Credo si possa affermare che ben pochi esseri umani conoscano la nostra terra meglio di Martin Angioni, che ha visitato tutti i continenti, ne ha esplorato le mete del turismo tradizionale nel modo meno tradizionale possibile, ma non ha trascurato i luoghi della vita comune, la campagna, le valli alpine, i piccoli borghi sconosciuti, anche quelli più lontani dalle tracce della cosiddetta civiltà contemporanea.
E tutto questo mentre assumeva responsabilità di carattere professionale estremamente gravose, come lo testimoniano le brevissime citazioni dei semplici nomi delle importantissime società di carattere internazionale nelle quali ha svolto la sua attività.
Anche su questo argomento ci si potrebbe trattenere molto più a lungo, ma a me preme mettere in luce la componente più straordinaria del mio incontro con Martin Angioni, la meno evidente, la più nascosta, ma anche la più affascinante.
Questa componente è il libro stesso, un esempio forse unico di una letteratura inconsueta che non ha per oggetto le passioni dell’uomo, la curiosità per le sue vicende, la manifestazione della cultura o della sapienza, la testimonianza della storia o quant’altro un lettore abituale vada a ricercare in un libro, eppure affascina, tiene legati alla storia che man mano si districa intorno al telaio della sua bicicletta: perché mai?
La risposta è semplicissima: perché è bello! Ma perché è bello?
Già, ma provate a porvi la stessa domanda quando ascoltate la canzone di Papageno nel “Flauto magico”: esiste forse qualche cosa di più semplice, di pIù popolare, di più elementare nella sua struttura della canzoncina di Papageno? Eppure essa trasuda il genio di Mozart, che non ha bisogno di complesse strumentazioni, di complicate architetture polifoniche, di evocare episodi di un sentimentalismo strappalacrime per essere grande, grandissimo, unico….
E’ la bellezza stessa che è un mistero, dominata da pochissimi, ma al servizio dell’intera umanità.
Ecco, io non so dire perché mai le “101 ragioni per cui vado in bicicletta” sia un libro bellissimo, so soltanto che continuo a desiderare di leggerlo, a chiedermi che cosa mai l’autore saprà aggiungere
agli infiniti argomenti che ha già sviluppato nel suo lungo “non racconto”, come saprà raccontare una nuova avventura in sella alla sua amata bicicletta…
Certamente alcune pagine fanno anche sfoggio di un virtuosismo linguistico di squisita fattura, che tradisce un grande cultura e conoscenza tanto dei classici che dei contemporanei ed in ogni caso un talento non comune per riuscire a catturare l’attenzione del suo lettore per quasi trecento pagine fitte fitte su di un argomento che più a meno ognuno ha sperimentato a modo suo: no, non è questo il suo segreto, che non sono in grado di chiosare meglio di quanto abbia finora tentato…
Tuttavia vorrei aggiungere una nuova considerazione, di carattere quasi moralistico: abbiamo appreso moltissimo dalla lezione di Martin Angioni sulla bicicletta e siamo anche pronti a sottoscriverne l’elogio, ma abbiamo anche appreso che il suo uso può essere interpretato anche come una forma di egoismo, poiché il grande sacrificio e la forte disciplina che implica il suo uso corretto nello stile dell’autore ripaga soltanto ed esclusivamente colui che lo compie, senza regalare nulla al suo prossimo, forse anzi imponendo la sua quasi -solitudine alle persone che ama.
Ecco, non è come il sacrificio di colui che per passione dedica la sua giovinezza allo studio di uno strumento musicale: anche lui compie un grandissimo sforzo e ne sarà ripagato personalmente, ma alla fine sarà anche in grado di dispensare ad altri il frammento di bellezza che è riuscito a conquistare.
E tale considerazione offre anche il riscatto alla egoistica passione del nostro per la bicicletta, poiché nell’istante in cui ha dedicato la sua attenzione a cercare di comprendere l’origine della sua passione e ha saputo comunicarlo agli altri con le pagine del suo libro egli ha compiuto l’ultimo passo, quello dell’artista capace di voler e saper trasmettere ai suoi simili il risultato della sua ricerca, della sua passione, del frammento di verità conquistato, dunque della sua vita.
E per questo merita la nostra gratitudine.
Studenti milanesi di scuola primaria e secondaria di primo grado.
I bambini più piccoli hanno mostrato una grandissima curiosità nei confronti di un adulto che mantiene tra le ragioni per cui ama la bicicletta le stesse che spontaneamente provano in molti casi anche i bambini.
E’ così risultata vera ed autentica la passione per la bicicletta e, a seguito di questo incontro, molti bambini sono tornati a casa con la voglia di sperimentare la bicicletta e con la consapevolezza dell’importanza di adottare uno stile di vita più sano ed ecologico.
I ragazzi più grandi hanno letto il libro e hanno confrontato le proprie ragioni con quelle dell’autore. Un dialogo fluido, a volte profondo, in molti casi ricco di spunti culturali. Nei brevi racconti di storia che si leggono nel libro, si coglie immediatamente la capacità di narrare e l’ascolto arriva immediato.
Per resto meraviglioso veramente, complimenti.