Martedì 12 aprile 2016 arriva in libreria Wolf. La ragazza che sfidò il destino di Ryan Graudin, un romanzo feroce e magnifico, amato ai lettori, acclamato dalla stampa, premiato dalla critica: il primo capitolo di una nuova straordinaria serie dal ritmo adrenalinico e dall’indimenticabile protagonista femminile, Yael. L’autrice Ryan Graudin racconta ai lettori italiani come è nato.

Nei miei libri mi sforzo di esaminare tutti gli aspetti della vita attraverso una domanda fondamentale: E se…? È una domanda che conduce ad altre domande, che ne fanno sorgere altre ancora… e non di rado cerco di rispondere sotto forma di libro…

Cosa sarebbe successo se l’Asse avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale?

Il razzismo era inscindibile dall’azione politica di Hitler. La sua convinzione che gli ariani fossero la razza superiore, destinata al dominio del mondo, alimentava la sua determinazione a invadere altri Paesi e requisirne i territori per estendere il Lebensraum. Queste idee, unite al desiderio di mantenere “pura” la razza ariana, condussero a orrori come l’eugenetica, la sterilizzazione forzata, l’eutanasia per gli anziani e i disabili, l’eliminazione di tutti coloro che, a giudizio di Hitler, non meritavano di vivere.

Cosa sarebbe successo se, in questo contesto, la razza fosse diventata irrilevante?

Questo libro, in fin dei conti, parla di identità. Non solo del modo in cui vediamo noi stessi, ma anche di come consideriamo gli altri. Cosa determina l’identità di una persona? Il colore della pelle? Il sangue nelle vene? La divisa che indossa? Ho dato a Yael la capacità di trasformarsi per rispondere a queste domande, oltre che per sottolineare l’assurdità del pregiudizio razziale. Introducendo nella storia questo elemento surreale, speravo di sospingere il lettore al di fuori del contesto che gli è familiare e di farlo entrare nelle tante pelli di Yael, e così facendo, di indurlo a riflettere su ciò di cui l’umanità è capace. Nel bene e nel male.

Quando verrà pubblicato questo libro saranno passati settant’anni dalla vittoria alleata della Seconda Guerra Mondiale. Qualcuno penserà che riflettere su una storia mai accaduta sia un passatempo macabro e inquietante. Dopotutto Adolf Hitler non è emerso vittorioso, e gli orrori della Shoah hanno avuto fine.

A che serve immaginare un finale diverso?

Molte persone sono tentate di pensare che i nazisti e le loro idee siano orrori che appartengono solo al passato. Ma il razzismo e l’antisemitismo sono ancora vivi. In una ricerca condotta nel 2013 dall’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali, il 76% degli intervistati ha detto di ritenere che l’antisemitismo fosse aumentato nel proprio Paese negli ultimi cinque anni. In effetti, al momento della stesura di queste pagine, sia il «New York Times» sia «Newsweek» hanno pubblicato articoli sull’ascesa dell’antisemitismo, riferendo di sinagoghe assaltate da fanatici.

Spero che la storia di Yael possa non solo ricordare ai lettori che tutti gli uomini sono creati uguali, ma anche invogliarli a studiare la storia che sta dietro la finzione, e a usare questa conoscenza per esaminare il mondo di oggi.

Il mondo contenuto in queste pagine rischiava di essere il nostro. Per un certo tempo e in un certo luogo lo è stato davvero, e dobbiamo sforzarci di non dimenticarlo.