Giove custode di Roma

Giove custode di Roma
Il dio che difende la città

Le origini di Roma si perdono nella mitistoria della sua fondazione e della guerra combattuta da Romolo re dei Romani contro Tito Tazio re dei Sabini. Sull’Urbe vigilava la divinità civica custode della città: Giove, che Romolo aveva invocato durante la battaglia e che lo aveva soccorso nella difesa di una porta delle mura cittadine. Respinti i Sabini, Romolo istituisce un nuovo culto al Dio chiamato Statore perché in quel punto aveva fermato la ritirata dei Romani.

Come spiega Andrea Carandini, il cuore di Roma è composto da un’infinità di dettagli intricati. Mutevole come la corrente del Tevere che l’attraversa, Roma ha ripetutamente cambiato volto, forma e materia: la città di età regia, conservata negli strati più profondi; quella di età repubblicana e quella ormai di marmo di Augusto e dei suoi primi successori. Questa Roma era destinata tuttavia a perire in gran parte al tempo dell’incendio del 64 d.C. e a diventare una città nuova, il cui centro assomigliava ormai a quello di una città ellenistica come Alessandria in Egitto, con uno scacchiere urbano regolare e monumentale, dominato dall’immane reggia di quell’anti-Cristo sotto il quale sono stati martirizzati Pietro e Paolo: Nerone.

La storia millenaria e avvincente della città è ricostruita da Andrea Carandini e dal giovane Mattia Ippoliti con perizia e pari amore per i dettagli e per l’insieme. Per districarsi tra edifici pubblici e strade di questo cuore urbano, scoprendo le diverse espressioni del volto di Roma, il lettore potrà orientarsi grazie anche alle tavole e ai grafici elaborati da Ippoliti.

Come scrive Carandini nella prefazione, il libro è un piccolo manuale, un “mezzo di iniziazione” che invita ad abbandonarsi alle profondità del tempo. Attraverso gli occhi dell’archeologo, abile nell’intrecciare in un unico racconto architettura e storia, siamo accompagnati alla scoperta di una città che vive da oltre 2770 anni ed è in continua trasformazione, rintracciandone l’origine proprio nel primo altare di Giove Statore, che si data intorno al 750 a.C.: il momento in cui la tradizione pone la fondazione della città.

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