I giudici della trasmissione cult dedicata all’arte del ricevere offrono consigli, regole e ricette per invitare a casa senza commettere passi falsi. Affinché ospitare e stare insieme siano sempre, e soprattutto, un piacere.
“Arrivano i giudici” annuncia la voce fuori campo della trasmissione Cortesie per gli Ospiti, ed ecco che appaiono loro: Csaba dalla Zorza, Diego Thomas e Roberto Valbuzzi. Questa volta però il trio di esperti più amati (e talvolta temuti) dagli aspiranti padroni di casa non si presenta nelle vesti di giudice, ma di guida, offrendoci un distillato di competenza e garbo sotto forma di regole, consigli e ricette per fare bella figura con i nostri ospiti e, soprattutto, vivere insieme un’esperienza piacevole e appagante. Dal modo corretto di estendere un invito alla disposizione della zona conversazione, dalle ricette adatte a un aperitivo in piedi a quelle studiate per una cena seduti, dai segreti di un’attenta pianificazione alle attenzioni per valorizzare gli spazi, fino alle sfumature dell’arte della tavola: gli autori ci conducono in un affascinante viaggio alla riscoperta della bellezza di aprire le porte di casa e accogliere gli ospiti senza stress, ma con autentico piacere. Perché certo, tutti ambiamo a migliorarci sempre, ma l’arte di ricevere richiede tempo e cura per essere perfezionata: non esiste bacchetta magica che ci trasformi in un istante in padroni di casa impeccabili, e un piccolo incidente di percorso può capitare a tutti. Ciò che fa davvero la differenza è l’amore per il ricevere e lo spirito dello stare insieme: ed è questo che sta al cuore del libro che avete in mano.
«Lo chef Roberto Valbuzzi, l’architetto Diego Thomas e l’esperta di bon ton Csaba dalla Zorza sono chiamati a valutare la qualità delle portate, l’eleganza della mise en place e l’arredo complessivo della casa, per decretare chi è il miglior ospite della puntata. Cortesie per gli Ospiti è un programma che si guarda volentieri per il piacere sottile della critica, per appassionarsi alla gara o scoprire idee da replicare a propria volta negli inviti.»
Aldo Grasso, ‘Corriere della Sera’