Per anni Manfredi ha seguito il percorso che tutti, compreso lui, consideravano giusto: la facoltà di Statistica, un internship alla New York University, una fortunata carriera ad attenderlo nel mondo della data science. Eppure, quella sensazione di realizzazione e felicità che tanto si aspettava dopo ogni traguardo continuava a sfuggirgli. E mentre la sua vita scorreva, perfetta sulla carta, iniziava a crescere un dubbio: è davvero questa la mia strada? E se io volessi qualcosa di completamente diverso? Poi un giorno, durante un’escursione, la risposta arriva nel modo più brutale: un incidente in montagna, la paura concreta di non farcela. E un pensiero improvviso, nitido, impossibile da respingere: “Se oggi fosse il mio ultimo giorno, morirei infelice”.
Appena sei mesi dopo quell’evento, la sua vita cambia: un van invece di una casa in centro a Milano e davanti a sé un viaggio, un progetto completamente nuovo.
Quando si prende una decisione del genere e si è giovani, un pizzico di incoscienza fa parte del piano, ma Manfredi sa bene che per guadagnarsi quella libertà non può partire del tutto alla sprovvista. Così, inizia a studiare videomaking e fotografia, a reinventarsi per dare un nuovo senso al viaggio stesso. Proprio la statistica gli aveva insegnato che è impossibile prevedere tutto. Quindi perché non provarci veramente? Provare a essere felice, libero.
Il percorso non è stato facile. È stato guidare al buio, tra nuove paure e debolezze, per poi capire che la felicità non è la destinazione, ma un modo di camminare nel mondo. Lascio tutto e riparto da me è il racconto di tutte le domande che precedono un grande cambiamento e delle risposte che si trovano solo strada facendo. Il viaggio di un ragazzo, fuori e dentro se stesso, ma soprattutto un invito a mettere in discussione le certezze imposte e a trovare quel coraggio per scegliere la propria strada, anche se nessuno l’ha mai percorsa prima.