A casa, sul posto di lavoro, sui social, in fila all’aeroporto o al supermercato. Che conduciate una vita sedentaria o di continui spostamenti, ogni giorno vi capiterà di avere decine, se non centinaia, di interazioni con amici, familiari e probabilmente anche con molti estranei. Ma qual è l’ultima conversazione stimolante che ricordate? In cui vi siete sentiti ascoltati, compresi, che vi ha aiutato a vedere una situazione sotto una nuova luce o a fare una scelta importante? O in cui siete riusciti voi a scoprire qualcosa di più della persona con cui stavate parlando e della sua storia? Perché fare conversazione è facile, ma intrattenere una buona conversazione è un’arte: l’arte di dare all’altro quella luminosa attenzione che desidereremmo per noi stessi. Di vederlo, facendoci vedere a nostra volta. David Brooks attinge dalla sua decennale esperienza di giornalista per mostrarci a livello pratico come costruire – e talvolta ri-costruire – questi territori di incontro: come intavolare buone conversazioni, ma anche come affrontare quelle difficili; come affinare le proprie competenze empatiche e imparare a fare le domande giuste. Spaziando nei campi della psicologia e delle neuroscienze, della letteratura e della filosofia, ci invita a unire l’osservazione all’immaginazione per riconoscere i tratti della personalità e i modi in cui vissuti diversi possano influenzare il punto di vista degli individui. Soprattutto in una società di persone iperconnesse, eppure sempre più diffidenti e isolate emotivamente, diventa fondamentale imparare a relazionarsi con gli altri. Anche perché, dice Brooks, «vedere bene qualcuno è un atto fortemente creativo»: essere visti, compresi, conosciuti a fondo ci permette di crescere e fiorire come persone.