Domicilio sconosciuto

Domicilio sconosciuto
Perdersi nella letteratura latinoamericana


Al 1° posto nelle Classifiche di Qualità dell’Indiscreto per la categoria saggistica

 

L’America Latina è un continente senza porte, in cui le strade si trasformano in impervi sentieri che si biforcano in diramazioni labirintiche. Mappare la sua letteratura appare impresa improba, rinchiuderla in confini nazionali riduttivo, non inseguire i legami tra autori apparentemente distanti sarebbe un peccato.
Per fortuna, Guerra – scrittore incaricato di redigere un saggio sulla letteratura latinoamericana – ha le chiavi d’accesso dell’Istituto, enclave onirica in cui dimorano tutti gli scrittori dell’America Latina. Nei suoi corridoi si aggirano, emaciati e con gli occhi febbricitanti, autori sconosciuti e boriosi premi Nobel, poeti disperati e scrittori visionari di racconti brevi, ma soprattutto il temibile Direttore dell’Istituto, lo scrittore più grande di tutti, padre da uccidere e spietato Tiresia.
Luciano Funetta, grazie alle sue capacità narrative, ci accompagna in un vagabondaggio in cui sogno e memoria si intrecciano creando un gioco di specchi dove ogni frammento di letteratura è un crocevia di percorsi inaspettati. Una mappa letteraria unica e personale dell’America Latina, che da Julio Cortázar e Roberto Arlt arriva a Juan Rulfo e Juan Carlos Onetti, passando per Gabriel García Márquez e Rubem Fonseca, fino a Horacio Quiroga e Ricardo Piglia. Domicilio sconosciuto è un saggio dall’andamento romanzesco che strizza l’occhio alle peregrinazioni picaresche di Bolaño, ma anche alle sofisticazioni di Borges e Bioy Casares, un testo intrinsecamente latinoamericano, la chiave d’accesso perfetta alla letteratura dell’Istituto.

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