“Indisponibilità della vita” e “disponibilità della vita” sono formule di centrale importanza, che sintetizzano due diverse maniere complessive di accostarsi ai temi della bioetica e del diritto. Tuttavia, nonostante il suo carattere “strategico”, in letteratura questo binomio non è stato specificamente ed organicamente tematizzato. Da ciò lo sforzo, da parte di questo libro, di metterne a fuoco la fisionomia storico-teorica, mostrandone le concretizzazioni giuridiche e penalistiche, soprattutto in relazione ai controversi problemi della morte medicalmente assistita.
Si tratta quindi di una ricerca giuridica e filosofico giuridica che persegue gli ideali del rigore e della chiarezza e che, per queste caratteristiche, si rivolge, oltre che agli specialisti, a un più largo pubblico.
Insieme a una parte espositiva e descrittiva, il volume contiene una parte critica in cui l’autore, oltre a registrare il dibattito in corso (e gli antecedenti storici di esso) prende apertamente posizione in merito alle cruciali questioni del diritto di morire, del suicidio assistito e dell’eutanasia volontaria. Questioni che anche in Italia, con il caso Cappato e l’intervento della Corte costituzionale, sono attualmente al centro di un acceso dibattito, che interpella nello stesso tempo, l’etica, la filosofia il diritto e la politica.