Catalogna, 1887. Quando dalle terre cupe e selvagge dell’entroterra il giovane Onofre Bouvila arriva nella capitale, è poco più che un bambino affamato. Una creatura insignificante che Barcellona – per metà malsano borgo di mare e per metà laboratorio a cielo aperto di una incipiente, tumultuosa modernità – sembra destinata ad inghiottire senza neppure accorgersene. Ma dietro alla fame e alla paura comuni ai tanti che come lui giungono qui ricerca di un futuro qualunque, negli occhi di Onofre arde qualcosa di diverso. La determinazione di chi non contempla il fallimento; l’opportunismo come vocazione; l’istinto del rischio e della violenza. In capo a pochi anni, da generica comparsa Onofre diventa protagonista del proprio destino e di quello di Barcellona, come lui lanciata verso un futuro dai connotati sempre più ambigui. Magistrale affresco di un’epoca e dei suoi contrasti, La città dei prodigi è l’enciclopedico, trascinante e irriverente ritratto di una città dalla bellezza e dalla personalità singolari. E, ancor più, un omaggio alla commedia umana in tutta la sua, gloriosa, brulicante e irresistibile tragicità.
«Eduardo Mendoza ha cambiato il corso della letteratura spagnola.» Bruno Arpaia, ‘il Venerdì di Repubblica’