Le lingue storiche non nascono da qualcosa che non sia già lingua, e il loro nascere non è qualcosa dintrinsecamente diverso dal loro vivere quotidiano. Il linguaggio è un processo di creazione continua dello spirito umano; le lingue vivono come continua dialettica di tradizione e innovazioni. Non si possono individuare origini che rappresentino un atto distinto da questo processo vitale. Questa citazione tratta dal primo capitolo (non a caso intitolato Continuità e discontinuità) di questo fondamentale testo di Aurelio Roncaglia già ci colloca perfettamente nel clima della sua opera: un opera nella quale è bandito ogni facile schematismo ma nella quale la proposta di una dialettica raffigurazione del trapasso dal latino allitaliano è sempre tenuta con mano sicurissima. Nelle ricchissime pagine, testi fondamentali ma noti solo agli specialisti come lAppendix Probi, una sorta di antichissimo dizionario purista (che già nel primo secolo dopo Cristo raccomanda per esempio di non usare ORICLA per orecchia ma il classico AURIS) e il Placito di Capua o il celeberrimo indovinello Boves se pareva vengono presentati allinterno di un affascinante e mossa raffigurazione storica, sociale e culturale.