La straordinaria raccolta di lettere filosofiche, di cui sono qui proposte alcuni parti, è stata scritta da Lucio Anneo Seneca negli ultimi anni della sua vita, quando ormai aveva lasciato, a causa di Nerone, la scena pubblica e l’impegno politico attivo (62-65 d.C.). Seneca e l’amico poeta Lucilio, destinatario delle epistole, avevano un gioco, una tacita intesa, uno di quegli accordi scherzosi che nascono per familiarità e affetto e nei casi più felici continuano con gli anni: Seneca disseminava quasi ogni lettera di “soldi” di sapienza («Poiché ti devo ogni giorno un piccolo tributo», così Seneca scriveva), cioè massime, aforismi, pensieri che potessero illuminare l’amico nel suo percorso di perfezionamento esistenziale e di cura di sé. Con generosità e grandezza d’animo, Seneca pagava il “soldo” e insieme elargiva pensieri, pillole di saggezza che fortunatamente sono giunte fino a noi.