Autore Vandana Shiva
Editore UTET
Vandana Shiva è una delle più brillanti promesse della fisica indiana quando abbandona una sicura carriera nel programma di energia nucleare nel suo Paese denunciandone le possibili ripercussioni sulluomo e lambiente. In breve tempo diventa una tra le più note attiviste del movimento ecologico internazionale e leader del World Social Forum.
In questo libro, che assume unattualità crescente di fronte a uno scenario di progressiva emergenza ambientale, la risposta alla globalizzazione esasperata imposta dallOccidente è indicata principalmente in una diversa concezione della natura, nel segno della tradizione indiana e dei principi gandhiani. Le donne e i contadini che abbracciano gli alberi della foresta per opporsi al loro abbattimento diventano, per lautrice, il simbolo di un tentativo di sopravvivere allo sviluppo.
Con passione, e una ricca documentazione, Vandana Shiva spiega così le conseguenze della «rivoluzione verde» per le colture alimentari o di quella «bianca» per la produzione di latte, per affrontare infine uno dei maggiori problemi di oggi, quello dellacqua e della desertificazione, criticando duramente i modelli di sfruttamento delle risorse idriche, che violano i cicli vitali nei fiumi, nei suoli e nelle montagne.
A confrontarsi sono, per lautrice, due opposte visioni del mondo. Ciò che l’uomo occidentale esalta come progresso, misurandolo in termini di profitto, è sperimentato invece dalle comunità contadine e tribali del Terzo Mondo come un impoverimento dellambiente dagli effetti devastanti.
È da queste premesse che nasce il richiamo a un diverso approccio filosofico e pratico che, nell’esperienza delle donne indiane, si compendia nel «principio femminile» della Natura, come produttrice di vita e come Terra madre.