«Un uomo dagli abiti candidi e dai capelli di un nero intenso si sedette di fronte al Profeta e gli disse: “O Muhammad dimmi che cos’è l’Islam?”. Il Messaggero di Allāh disse: “L’Islam è che tu testimoni che non c’è altro Dio che Allah e che Muhammad è il Messaggero di Dio”.» Da secoli i musulmani camminano sulle tracce del profeta Maometto, lungo la strada indicata da Allah; se infatti il Corano è il testo sacro dell’Islam, la parola rivelata che vuole guidare l’uomo sulla Terra, è altrettanto vero che fu il Profeta a diventarne il maggior interprete, dando così origine alla Sunna, ovvero la Tradizione che tramanda le consuetudini e pratiche del buon musulmano, raccolte intorno al IX secolo dallo studioso al-Buharī. I precetti di Maometto non riguardano però solo gli aspetti spirituali legati alla preghiera, che certo non possono mancare, ma anche tutti quei minimi particolari che regolano la vita sociale della comunità: dal culto alla guerra, dal diritto penale alle successioni ereditarie, dalla compravendita al matrimonio, ogni momento è vissuto all’insegna di quanto Maometto ha detto e fatto. Ecco dunque, per esempio, che alle donne è vietato durante il mestruo divorziare o avere rapporti con il marito, che è da considerare illecito qualsiasi dono fatto a un giudice o ad altra persona influente, che il buon musulmano dovrebbe coricarsi sul lato destro, poggiando la guancia nella mano destra. I Detti e fatti del profeta dell’Islam contribuiscono ancora oggi a dettare lo stile di vita islamico, essendo considerati un commento vivente del Corano, una legge che garantisce la coesione della comunità musulmana. Ma al di là del valore cultuale, costituiscono una preziosa fonte di approfondimento culturale, che restituisce molti dettagli e colori di una cultura millenaria.