Di origine mantovana, ma ben presto frequentatore della corte augustea a Roma, Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.) fu il maggiore dei poeti latini. Dopo una serie di scritti giovanili, che lo avvicinarono per stile e contenuti a Catullo, le Bucoliche furono la prima delle sue opere mature.
Costituite di dieci ecloghe in esametri sotto forma di dialoghi o “canti amebei”, esse danno voce ai temi più svariati, ma tutti legati da un’ambientazione pastorale. Dalla nostalgia per la vita campestre ai timori per la guerra, dalla sofferenza amorosa alla celebrazione di una nuova età di felicità per l’uomo, le Bucoliche vengono proposte in una nuova versione digitale, facilmente consultabile grazie ai rimandi ipertestuali, completa di testo a fronte e di un ricco apparato di note critiche a cura di Carlo Carena.