Autore Walter Ferreri, Pippo Battaglia, Margherita Hack
Editore UTET
«Viviamo in un universo aperto, piano, in espansione all’infinito, e che perciò non avrà mai fine, anche se gli ammassi di galassie si allontaneranno sempre più l’uno dall’altro, e un qualsiasi osservatore situato in una qualsiasi galassia vedrà un cielo sempre più vuoto, sempre più nero…»
— Margherita Hack
«Il destino ultimo dell’universo sembra segnato sin dal momento della sua stessa genesi: i recenti dati ricavati dalle analisi di lontane supernovae dimostrano che è in continua accelerazione, ossia che si espande con una certa velocità». Destino e genesi s’intrecciano infatti in questo saggio sull’inizio, l’evoluzione e il futuro dell’universo, fondato sulle più recenti scoperte nell’ambito dell’astronomia e della fisica delle particelle, e in cui si esplorano le ipotesi sull’origine del cosmo (da Democrito a Einstein, fino alla legge di Hubble e al multiverso), la formazione e le caratteristiche delle galassie e quelle delle stelle, le supernovae e i buchi neri, il sistema solare e i pianeti interni o esterni e i corpi minori come gli asteroidi, affrontando infine la questione dell’origine della vita (un fenomeno definito come «non unico e irripetibile» nell’universo, e che lascia dunque aperta la possibilità dell’esistenza di forme di vita diverse da quelle a noi conosciute). Argomenti di grande fascino e complessità esposti con rigore scientifico, ma in modo chiaro e in forma accessibile, da Margherita Hack, Pippo Battaglia e Walter Ferreri, in un volume che comprende anche un’interessante appendice pratica, dedicata all’osservazione della volta celeste, e destinata a spiegare come riconoscere le mitiche orse, il gigante Orione o i singoli pianeti. Con questo libro una delle figure più celebri dell’astronomia italiana ci accompagna in un grande viaggio attraverso la storia e i misteri del cosmo, al termine del quale si affacciano le più probabili e apocalittiche previsioni sul futuro dell’universo e si annuncia il lontano spettro di un cielo sempre più vuoto e sempre più nero, «dove l’entropia regnerà incontrastata».